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CIMICI

La paura, sentimento ancestrale di sopravvivenza, diventa un cappio nel sistema attuale. Questa sopravvivenza non è aiutata dalla paura, ma dall’essere individuati come macchine da consumo, merli indiani meccanici, rossi di Siena chimici.

Ma ora, in un sistema automatizzato, si può vivere solo tornando in connessione con il nostro essere animale, naturale e primitivo: l’essere creatore.

La cimice è la parte animale più ripudiata tra gli uomini. 

Da ogni specie e individuo possiamo imparare strategie di sopravvivenza. Dalla cimice, ad esempio, impariamo l’altruismo comunitario. Le cimici, infatti, avvisano il resto della specie spruzzando una sostanza che avverte la presenza di un pericolo in zona. L’estrema azione prima della morte.

Osservandole, l’uomo può imparare come la conservazione della specie abbia più valore rispetto alla sopravvivenza del singolo. In questo modo, il sistema verterebbe sulla convivenza tra specie per la preservazione del pianeta, piuttosto che sull’arricchimento consumistico individuale a discapito dell’altro.

La relazione con le altre specie migliora il concetto di relazione in ogni sua possibilità.

 

Nell’installazione, l’uomo vaga in una stanza piena di nebbia, fino a scoprire a tentoni un cumulo di cimici, al centro, che lo sovrasta. Le cimici sono create da ferro (umano) e terra (naturale) e la loro presenza putrida e grezza riporta nell'uomo la paura ancestrale di questi alieni Altri.

In terra è sparso ovunque un liquido che ricrea la sostanza rilasciata dalle cimici. L’odore è il fulcro delle sensazioni.

L’uomo che entra nell’ambiente è libero di scrivere in terra con dei gessetti la propria paura più grande. Si crea così un momento in cui le cose diventano esplicite ma illeggibili e ci si lega all’incomunicabilità del disagio umano. 

Camminando sul pavimento e sulle scritte di gesso, l’uomo cancella le paure degli altri, materiale effimero, in un’azione di condivisione inconsapevole, che può diventare consapevole nel momento dell’eventuale dialogo, quando si legge ciò che l’Altro sta scrivendo e comunicando.

In terra le paure umane scritte si mischiano al siero di paura delle cimici. 

La paura è parte di tutti gli esseri e il lavoro si propone di aiutare l’uomo a considerare e rispettare quelle altrui, anche al di là della propria specie, essendo esse tutte provenienti da uno stesso fiume acherontico, proponendo all’uomo di non essere causa delle paure altrui. 

Uccidere non è mai una soluzione, in questo attimo grumoso di vita passata siamo tutti composti dalle stesse paure.

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Ortensia Benussi
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