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DORATI DOMICILIARI

Al di là della finestra, sguardi su città spente e deserte. Ma più in alto, nel cielo, la volta celeste è accesa. Le luci che vedo, sembrano tutte uguali e da questa finestra tutto è e sembra vicino, a portata di mano.

Guardando in alto sento quiete: tutto sembra passare, o meglio, in quel momento cessa. Le voci ed i rumori, un tempo padroni del tempo, sono svaniti. Ovunque regna un ordine inusuale, il silenzio accresce traendo un senso di stordimento sovrastato solamente dai miei pensieri. 

Regnano sovrane le distanze: sono diventate leggi universali rispettate e temute. Obbligano a dorati domiciliari corpi e pensieri una volta liberi di crescere attraverso la condivisione. Scontri come opportunità di accrescimento sostituiti con il silenzio di una ritrovata monotonia insolitamente vuota e taciturna. Ci siamo smarriti nell'esilio dei nostri pensieri per cercare la diversità e la diversione nell'attesa ci venga restituita la normalità. 

Ma il tempo è irreversibile, non revocabile. L’attesa ha spesso un’accezione negativa nei nostri ricordi, quando invece ora deve essere brama di vita. Pregustiamo le sensazioni racchiuse nell'immaginazione di un futuro senza distanze e distanziamenti mentre ci ritroviamo isolati e costretti a tornare a scoprirci in totale indipendenza. Semplici metri ci liberano da frenesie lasciando lo spazio a una differente e profonda conoscenza di noi stessi per la prima volta non in relazione con l’altro. 

Linda Savoia
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