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INTERVISTA A CRISTIANO BENUSSI

Cristiano Benussi, giovane ballerino e coreografo, intraprende l’arte della danza fin da piccolo grazie ad uno spettacolo della sorella, che gli ha fatto scoprire questa passione che ha coltivato nel tempo. Il suo talento costruito grazie alla determinazione e il continuo allenamento lo ha portato ad Italia’s Got Talent, a fare parte di una compagnia di danza ed essere un punto di riferimento per tutti i suoi allievi durante gli svariati stage.

E: Quando hai compreso che la tua vena artistica sarebbe stata la danza?

C: All’età di dodici anni ho capito che la danza mi avrebbe accompagnato durante la mia vita, quando ho visto mia sorella più grande esibirsi con una coreografia al Trentino Danza Festival.

E: In famiglia chi è il tuo maggior sostenitore?

C: In famiglia non vi è nessuno che manifesti più sostegno rispetto all’altro, i miei genitori mi hanno sempre sostenuto in quanto loro figlio, ma anche le mie due sorelle più grandi sono sempre state vicine alla mia persona.

E: Qual è il percorso ideale da seguire per chi vuole fare della danza la sua professione?
In seguito ti chiedo se puoi parlarci della tua formazione scolastica e se eventualmente stai ancora studiando.

C: Inizio con il precisare che secondo me non esiste un percorso stabilito da seguire. Essendo la danza una disciplina contenente vari stili, è consigliabile la sperimentazione del più possibile di questi. Dopodiché, come in ogni cosa, è importante l’esercizio e la costanza per migliorarsi ed evolversi artisticamente.
Il mio percorso di studi è stato molto accidentato, in quanto ho cambiato varie scuole: dal liceo scientifico, alle scienze umane, all’artistico ed in fine al liceo coreutico dove ho capito che la scuola non faceva per me. È stata una decisione molto difficile, ma di cui, per ora, non me ne pento.

E: Hai partecipato ad Italia’s Got Talent, un’esperienza fondamentale per l’esibirsi in pubblico; come hai vissuto quel giorno e quali sono state le tue emozioni e le eventuali difficoltà?

C: Siamo stati quattro giornate a Milano per varie interviste e riprese. Non ho avuto paura di salire sul palco in quanto non ne ho mai avuta e non abbiamo riscontrato difficoltà in questa nuova esperienza. E’ stato importante per far conoscere il nostro gruppo ad un pubblico ampio.

E: Raccontaci se vuoi un episodio bello e uno meno bello che ti sono capitati durante la tua vita legati alla danza.

C: Durante la preparazione di uno spettacolo ha iniziato a piovere e abbiamo temuto il peggio in vista dell’esibizione. Qualche minuto prima dell’orario di inizio dello spettacolo, il tempo ha deciso di venirci in soccorso e il cadere della pioggia si è fermato. Nonostante il palco bagnato, siamo riusciti ad esibirci e contro ogni premessa è andato molto bene. Da un momento di iniziale negatività è seguita della positività.

Infine, quando insegno agli stage e traggo molti riscontri positivi sul mio operato sto molto bene e capisco che la danza è per me il percorso giusto.

E: Che significato hai voluto dare al tuo ultimo spettacolo “Ropes Hininga”?

C: La coreografia in origine è stata pensata in modo diverso, ma qualche giorno prima dello spettacolo mi sono fatto male alla schiena, dunque sono state necessarie delle modifiche che però hanno preservato il significato della coreografia: l’interconnessione tra individui legati psicologicamente.

E: Che cosa ti aspetti invece dal futuro?

C: Il futuro è sempre incerto, ambiguo e inafferrabile. L’unica certezza che ho è la danza e sempre questa sarà la mia compagna di vita. Sono certo che con il passare del tempo otterrò sempre maggiori soddisfazioni.

E: Qual è lo stile nel quale ti senti maggiormente espressivo?

C: Lo stile che mi fa esprimere al meglio è contaminazioni di danza. Partendo dall’etimologia stessa della parola “contaminazioni”, si tratta quindi di una fusione di tecniche di ballo di provenienza diversa, dalla danza urbana alla danza moderna e contemporanea sino al teatrodanza. 

E: Con quale coreografo/a ti piacerebbe lavorare e con quale ballerino/a ti piacerebbe ballare?

C: Mi sarebbe piaciuto ballare con Pina Bausch, una nota ballerina, coreografa e insegnante tedesca degli anni ‘60 e ‘70 che purtroppo è deceduta nel 2009. 

Attualmente ci sono in circolazione molti ballerini bravi, ma non saprei scegliere con chi dover condividere la mia passione poiché vi è un numero molto elevato di ballerini.

E: Come ti senti invece quando balli?

C: Il mio sentimento varia in base a ciò che vado a ballare, a ciò che il mio corpo vuole esprimere, dallo stile che sto interpretando ed infine dalla musica che scandisce il ritmo e i movimenti del corpo.

È proprio la musica la mia fonte di ispirazione, a partire da lei elaboro delle possibili coreografie e balli.

 

E: Potresti descriverci il rapporto che hai con il tuo corpo?

C: Non mi sono mai sentito a disagio con il mio corpo. Ho sempre svolto attività fisica, che fa sempre beneficiare dei suoi effetti positivi sia il corpo che la mente. Avere un corpo agile e flessibile mi permette di ballare ed esprimermi al meglio.

E: Che cosa consigli ai futuri ballerini?

C: Quello che consiglio ai futuri ballerini è essere determinati, costanti con lo studio di questa disciplina e allenarsi il più possibile. Sono delle regole semplici che, se seguite, portano quasi sempre al miglioramento.

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Cristiano Benussi
Viviana Perghem
Foto: Viviana Perghem
Intervista a cura di Eleonora Libardi
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