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LONELITUDE

«Ascoltando la voce dell’altoparlante aspettavo buone notizie,

nel frattempo la mia mente vagava.»

 

Il progetto fotografico “Lonelitude” ha alla base il desiderio di esternare e trasmettere parte delle emozioni provate in questi mesi di reclusione e distanziamento sociale. Ciò che ha ispirato questo lavoro è la solitudine, condizione intrinseca all’uomo in quanto “animale sociale”. Questo sentimento è stato percepito intensamente da molte persone, ed è servito anche come spunto di riflessione. La solitudine è - come ogni emozione - qualcosa di personale, ognuno la percepisce e la vive a modo suo. L’isolamento forzato di questa quarantena ha lasciato trasparire, in differenti forme, un vuoto destabilizzante. Il titolo deriva dalla combinazione delle parole “solitude” e “loneliness”, due definizioni inglesi che si riferiscono alla condizione di solitudine ma che rispettivamente riguardano due percezioni opposte della stessa: la prima intende definire uno stato di benessere e piacere, mentre la seconda di tormento e sofferenza. L’intento del progetto è di convogliare all’interno degli scatti queste due differenti percezioni, lasciando all’osservatore un margine personale d’interpretazione. Lonelitude vuole raccontare la solitudine provata da ognuno in questo periodo di precarietà, contemporaneamente questa sequenza fotografica desidera suscitare in chi guarda impressioni differenti, stati di turbamento o di quiete.

Viviana Perghem
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