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SCORCI DI CASA MIA

“La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito.”

 

Questa frase di Confucio, in un periodo in cui sono stato costretto in casa, mi ha fatto riflettere. Ho riflettuto su quanti posti può essere casa mia, quanti luoghi, quante emozioni e quante sensazioni.

Casa: parola rassicurante per molti e perturbante per alcuni, quante cose può far provare un luogo che la maggior parte delle persone può chiamare con questo nome.

Un aglomerato di stanze che racchiude sentimenti, ricordi, belli o brutti che siano, persone, sogni, speranze e una routine, cambiata radicalmente raggiungendo un ritmo molto più lento, profondo e assordante.

 

Costretto a casa per più di tre mesi ho iniziato a riflettere e ad immaginare in quanti posti sarei voluto andare, paradossalmente non più distanti di un chilometro; ma dopo poco ho capito che erano le abitudini, la creatività e il “fare qualcosa” che mi mancava e che la noia stava iniziando ad avere il sopravvento, così è scattato un qualcosa: la curiosità è emersa ed ho iniziato a raccogliere vecchi scampoli e tessuti d’arredo, disfacendo persino una poltrona per creare degli abiti.

Sorprendentemente è nata una mini collezione collegata da un unico fil rouge al quale mi sono inconsciamente ispirato, casa mia. I posti in cui da bambino giocavo, gli attrezzi da lavoro di mio papà, la bicicletta della nonna e le vecchie scale si sono tramutati in abiti.

Gabriele Tasin
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