top of page

Innumerevoli volte la scienza ha reso noto come molte, anzi moltissime, delle cose che ci circondano siano o facciano cose uniche, irripetibili, straordinarie in quanto mai simili, o per lo meno uguali, ad altri corpi e fenomeni che quotidianamente prendono vita sotto i nostri occhi. Un fiocco di neve? Non ce ne saranno mai due uguali. Un fulmine? Non cadrà mai due volte nello stesso punto. Ma aldilà degli effimeri fenomeni atmosferici è l’essere umano in sé, ad essere fenomeno tangibile dell’unicità delle cose naturali. Il combinarsi degli elementi che compongono la catena nucleotidica del DNA è irripetibile, unico appunto. Nonostante gli elementi siano sempre gli stessi, comuni a tutti gli esseri umani, è il loro mescolarsi che ci rende quelli che siamo, che determina ad esempio il colore dei nostri capelli, la forma dei nostri occhi. Elementi comuni che danno forma a qualcosa di unico. Ma il vero dilemma nell’ampio e assai variegato discorso sul tema dell’unicità sussiste nell’unica e sola domanda che da secoli attanaglia la mente dei pensatori e poeti più geniali. 

“Cosa significa essere unici?”. Finora si è detto che ognuno di noi rappresenta un unicum irripetibile e inimitabile, ma siamo veramente tutti così unici? Unico è chi è capace di fare tabelline a quattro cifre a mente? O chi, magari, è capace di memorizzare un libro intero dandogli solo una lettura? Definirei queste capacità come “megalomani accessori”, accessori che ognuno di noi possiede ma che solo alcuni sono capaci di sviluppare in una determinata direzione piuttosto che in un’altra. Caratteristiche fisiche, personalità, capacità sono tutti elementi che concorrono alla definizione di un’unicità che si delinea più come identità che come corpo o fenomeno dalle caratteristiche uniche. Gli elementi della ricetta sono sempre gli stessi. Il gioco sta nell’inventarsi, nel combinarsi senza accontentarci del pacchetto prestabilito che ci ha dato la genetica. È sapersi configurare come unicum l’obiettivo del gioco stesso. Ma ben vengano sempre i dubbi, i cambiamenti e le trasformazioni, perché saranno i soli capaci di rendere noi stessi veramente unici. 

Siamo un po’ come quel ruscello del “panta rei” citato da Eraclito, mai gli stessi in due punti diversi, seppur vicini il più possibile. Perché chi è colui che sa cambiare, chi capisce le regole del gioco e con i suoi dubbi e le sue insicurezze ricomincia ogni volta da zero il gioco. Unica è la metamorfosi, quella magnifica capacità di alterare sé stessi. Tutto sta nell’adattare gli esiti che si vogliono raggiungere al proprio codice morale ed etico. Perché ognuno di noi è un’isola, un mondo da scoprire, uno stato con sue regole e sue priorità, suoi vizi e sue mancanze. Scorrere nel fluido della vita è unicità. “Tutti nascono unici, solo alcuni continuano ad esserlo”, disse Bob Marley. Il problema quindi si pone e si accentua nella veduta d’insieme della società contemporanea. Viviamo nella società del “dover essere”, una società in cui si impongono degli standard, in cui la libertà di espressione sembra essere a tratti una grande pagliacciata, una mera fantasia comune che ci fa credere di poter essere liberi, ma soprattutto capaci, di esprimere la nostra personale identità. Perché volontariamente o involontariamente rimaniamo colpiti, folgorati, rapiti da estetiche, culture, mode e influenze di ogni tipologia. Il trucco, ricollegandosi alla frase di Bob Marley, è quello di uscire dalla dimensione dell’appropriazione per approdare a quella della rielaborazione, perché è rielaborando che quel qualcosa diventa nostro, diventa unico. Nell’era dei follower cerchiamo di non essere parte di una sterminata e anonima folla di seguaci, cerchiamo di non essere belanti e stupide pecorelle che si fanno abbindolare da quello che dei farfuglianti guru vogliono venderci o spacciarci per bello. Chiediamoci piuttosto “cos’è che mi piace?”. Riprendiamo la sana abitudine di porci delle domande perché saggio è chi vive nel dubbio, non nelle certezze.

UNICITA'

Cosa vuol dire essere unici?
Ivan D'Onofrio
bottom of page